La Sezione di Storia del patrimonio culturale riunisce i membri del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Napoli “Federico II” i cui interessi scientifici sono prevalentemente orientati verso il patrimonio culturale, e che si propongono di studiarlo storicamente.

A oggi, tali membri del Dipartimento sono impegnati nella ricerca in materia di preistoria e protostoria, archeologia (in tutte le sue declinazioni), numismatica, epigrafia, storia dell’arte (in tutte le sue branche), storia della musica, storia del teatro. In ossequio a quanto prescritto dall’articolo 4, comma 6, del Regolamento del Dipartimento di Studi umanistici, la Sezione di Storia del patrimonio culturale è tenuta a monitorare e a favorire la crescita omogenea delle attività svolte al proprio interno, ispirandosi al principio della pari dignità di tutte le discipline rappresentate, e al rispetto delle loro legittime aspettative di crescita numerica e culturale.

Con l’espressione ‘patrimonio culturale’ (ormai consacrata anche a livello giuridico: per esempio dall’articolo 2 del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio) ci si riferisce alle testimonianze materiali e immateriali in cui è iscritta la storia delle civiltà. È, poi, l’articolo 9 della Costituzione della Repubblica a mettere in strettissima correlazione «la ricerca scientifica» (comma 1) e la «tutela» del «paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione» (comma 2): riunire in un’unica comunità scientifica permanente gli umanisti che fanno ricerca storica sulle multiformi facce del patrimonio significa dunque rafforzare i nessi di un sistema di conoscenza che supera i confini delle singole discipline, favorendone i progetti comuni, incentivandone gli scambi a ogni livello, aprendo nuove frontiere alla didattica.

Ma la vocazione della Sezione di Storia del patrimonio culturale è anche di superare l’autoreferenzialità della ricerca universitaria italiana, cercando interlocutori stabili fuori dall’accademia. In questo senso, l’indagine sul patrimonio culturale appare un campo elettivo: perché essa comporta rapporti continui e profondi con le Soprintendenze archeologiche e artistiche italiane e con le omologhe istituzioni straniere, con i grandi siti di scavo e i musei napoletani, nazionali e internazionali, con i centri del restauro, con gli istituti stranieri in Italia, con le accademie d’arte e i conservatori musicali. Ed è all’intensificazione di tali rapporti scientifici che la Sezione si dedica con impegno tutto particolare, al servizio del Dipartimento e dell’Ateneo.

La Sezione è fondata sulla convinzione che solo attraverso una conoscenza storica del Patrimonio culturale e dei territori su cui esso è diffuso, che sia quotidianamente rinnovata dalla ricerca, in un’ottica sempre più aperta di scambio e comunicazione, è possibile garantirne la tutela, e contemporaneamente permettere che esso svolga un ruolo attivo nella vita civile e democratica del Paese.