Progetti di ricerca

PROGETTI PRIN

PRIN PNRR 2022 – Finanziamento dell’Unione Europea Next Generation EU e del Ministero dell’Università e della Ricerca

ASH – Indagine archeologica sul patrimonio dei suoli: il caso degli Andosuoli. Un approccio IT integrato e aperto per indagare una risorsa agricola cruciale nell’Italia centro-meridionale (Lazio, Campania, Calabria e Sicilia) attraverso archeologia, pedologia, archeobotanica e telerilevamento.
P.I.Marco Pacciarelli (Università Federico II di Napoli)
BandoPNRR – Settore ERC SH6
Importo finanziato €     149.000,00
Descrizione progettoI suoli rappresentano un patrimonio naturale e culturale di fondamentale (e spesso negletta) importanza. Una delle principali e più fertili categorie è quella degli andosuoli, generati dalle ceneri vulcaniche. Il progetto ASH ha l’obiettivo di approfondire, tramite l’archeologia, la correlazione tra la distribuzione di questi fertili suoli vulcanici e lo sviluppo nel tempo di modelli insediativi densi, complessi e di lunga durata. Questo avanzamento delle conoscenze è inteso come strumento atto ad evidenziare sia l’importanza di questi suoli come risorsa naturale strategica che ha sostenuto popolazioni umane consistenti dalla Preistoria al Medioevo, sia la necessità della loro conservazione e corretta gestione. Le ricerche sul campo saranno condotte in quattro aree campione: piana di Catania (Sicilia), altopiano del Poro (Calabria), agro di Atella (Campania), Etruria meridionale (Lazio). Il programma d’indagine prevede di effettuare carotaggi pollinici, analisi pedologiche e ricognizioni archeologiche. I risultati della ricerca contribuiranno anche a una gestione più oculata del patrimonio pedologico nella società odierna, con il fine di evitare la distruzione di questa risorsa naturale primaria, fondamentale per la sussistenza umana sia in epoca antica che contemporanea. In tal modo, il progetto ASH risponderà al tema strategico fondamentale della Sostenibilità e Protezione delle Risorse Naturali.
Sito web
https://archeomaplab.it/progetti/progetto-ash-prin-2022-pnrr/
 
In.Res.Agri – Indagare i paesaggi agricoli romani resilienti nell’Italia meridionale. Un approccio IT integrato e aperto per la modellazione della centuriazione attraverso l’archeologia, i dati da telerilevamento, la palinologia e i testi antichi
P.I.Rodolfo Brancato (Università Federico II di Napoli)
BandoNEXT Generation EU, MUR – Settore ERC SH6
Importo finanziato €   80.492,00
Descrizione progettoIl progetto In.Res.Agri, diretto da R. Brancato, si propone di ottimizzare e integrare le conoscenze sui paesaggi agrari romani dell’Italia antica, esaminando la loro resilienza attraverso la raccolta sistematica di dati topografici, archeologici, ambientali e testuali. I paesaggi agrari sono studiati in relazione a vari aspetti topografici, quali la centuriazione, la viabilità e i sistemi insediativi. Il progetto combina metodi di ricerca tradizionali e innovativi, utilizzando l’integrazione di tecniche di Machine Learning e Intelligenza Artificiale per il rilevamento automatico dei campi centuriati, l’analisi spaziale dei dati archeo-topografici e l’estrazione di informazioni da fonti epigrafiche e letterarie annotate digitalmente. I dati raccolti verranno organizzati in una piattaforma IT Open Data, denominata DIGITAL_GROMA, che si compone di tre moduli principali: un archivio digitale, un WebGIS e un repository. Per l’analisi, saranno presi in considerazione casi di studio della Campania (Atella, Irpinia) e della Puglia (Tavoliere), i cui dati contribuiranno ad alimentare l’infrastruttura informatica. L’obiettivo è esplorare le relazioni tra il paesaggio contemporaneo, l’agroecosistema della centuriazione romana e la geomorfologia, al fine di ottenere una comprensione più approfondita e articolata della resilienza dei paesaggi agrari nell’antichità.
Sito web
https://archeomaplab.it/progetti/progetto-in-res-agri-prin-2022/
 
HERDS. Strategie e ruolo dell’allevamento nelle dinamiche economiche delle società protostoriche del Mediterraneo centrale
PI nazionaleA. Cardarelli (Università Sapienza di Roma)
Responsabile unità di ricerca DSUMarco Pacciarelli (Università Federico II di Napoli)
Altre unità di ricercaUniversità Sapienza di Roma, Università del Salento, Università di Bologna, Università di Torino
BandoNEXT Generation EU, MUR
Importo finanziato €   143.224,00
Descrizione progettoIl progetto HERDS si prefigge di indagare alcune cruciali trasformazioni socio-economiche avvenute in Italia e nel Mediterraneo centrale tra XVIII e VIII secolo a.C., utilizzando un approccio multidisciplinare innovativo e altamente integrato allo studio dei resti animali. Le trasformazioni prese in esame comprendono: modalità di allevamento con strategie di mobilità o di stabulazione, il ruolo degli animali vivi e dei loro prodotti derivati, lana e latte, la possibile selezione di razze “specializzate”.  Lo sviluppo della pastorizia orientata ai prodotti secondari sarà approfondito integrando le ricerche archeologiche e faunistiche con analisi paleoproteomiche e ZooMS, isotopiche e gascromatografiche. Le numerose analisi aDNA daranno un contributo importante per il dibattito sulle razze zootecniche diversificate per la resa di prodotti derivati specifici e sul trasferimento di armenti correlabile a mobilità/migrazioni.
Il progetto è coerente con le linee di ricerca e di gestione del patrimonio incoraggiate dalla Comunità Europea ed è rilevante per la società contemporanea per il suo potenziale impatto sullo sviluppo sostenibile e per la conoscenza sull’origine degli aspetti dell’allevamento che hanno importanza per l’economia nazionale.
 
The Galleria Borghese and its Publics 1888-1938
R.U.Sandro Morachioli (Università Federico II di Napoli)
BandoNEXT Generation EU, MUR – Settore ERC SH5
Importo finanziato €   40.953,00
Letters for the arts: Farnese art patronage through correspondence (1534-1589)
R.U.Carmela Capaldi (Università Federico II di Napoli)
BandoNEXT Generation EU, MUR – Settore ERC SH5
Importo finanziato €   50.820,00
Descrizione progettoCollezione monetale Farnese nei disegni di Pirro Ligorio  

UPLAND – Understanding the Evolution of Pastoral Landscapes in the Dolomiti Park / Comprendere l’evoluzione dei paesaggi pastorali d’alta quota nel parco delle Dolomiti bellunesi
Responsabili scientificiFabio Cavulli (Università degli Studi di Napoli Federico II), Francesco Carrer (Newcastle University)
Durataattivo dal 2014; concessione di scavo attiva 2024-26
FinanziamentoEnte Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Descrizione progettoIl progetto UPLanD, iniziato nel 2014 con il supporto del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, si propone di indagare l’interazione tra esseri umani e ambiente montano dalla preistoria ad oggi. Nato come uno dei progetti pionieri dell’emergente archeologia di montagna in ambito alpino, è oggi riconosciuto come una delle ricerche di riferimento nell’ambito italiano ed internazionale.
Il progetto inizia con la ricognizione del territorio delle Vette Grandi, all’interno del Parco, tra 2014 e 2016, svoltasi in parallelo allo studio di alcuni recinti pastorali all’interno della Busa delle Vette (Cavulli et al. 2017). Reperti archeologici e datazioni al C14 hanno confermato la cronologia medievale (X-XI e XV secolo d.C.) dei recinti. Il ritrovamento di alcune ceramiche in superficie a poca distanza ha portato all’identificazione e scavo di una capanna in pietra a secco a 1850 m s.l.m., ricca di reperti archeologici (2016-2018). I manufatti ceramici e metallici e le analisi radiometriche datano l’occupazione della capanna tra il V e il IX secolo d.C. Insieme allo scavo, altre attività sono state condotte sul campo: è stata ampliata l’area di ricognizione, sono state eseguite prospezioni geofisiche (magnetometro e georadar) e sono stati condotti studi etnografici e d’archivio. L’eccezionalità della scoperta e la ricchezza del deposito archeologico hanno prolungato significativamente lo studio di questo contesto, che sta ora giungendo al termine con la sua pubblicazione integrale.

Una seconda fase del progetto UPLanD, denominata “La neolitizzazione delle Dolomiti orientali”, è iniziata nel 2021 con una serie di verifiche stratigrafiche in alcuni punti del territorio considerati archeologicamente interessanti: il Riparo Lamen A e i Ripari Alti in Valle di Lamen, e il Riparo della Luna presso Monsampian. A queste si sono aggiunte le ricognizioni nell’area del Rifugio Boz, in Val Canzoi, che hanno confermato precedenti segnalazioni di dispersioni superficiali di industria su selce in alcune aree dell’alta valle. Il Riparo Lamen A ha restituito tracce di frequentazione storica (tra cui una moneta e un frammento di catino coperchio) contemporanee al soprastante contesto della Busa delle Vette, e possibili flebili tracce di frequentazione preistorica. Gli scavi al Riparo Alto B, invece, hanno restituito importantissime evidenze di occupazione preistorica riferibili ad un periodo tra il 4500 e il 3500 cal. b.C. (Neolitico medio e recente), precedute da frequentazioni effimere tra l’8500 e il 7500 (Mesolitico antico, cultura Sauveterriana).

Eraclea Minoa Project

Il progetto, che nasce dalla convenzione attuativa stipulata, nell’autunno 2023, tra il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università «Federico II» di Napoli e, sulla base de risultati di un cinquantennio di indagini e ricerche archeologiche condotte nel sito di Eraclea Minoa nel corso del XX secolo sotto la guida di Ernesto De Miro, si prefigge i seguenti obiettivi:

  • la promozione di ricerche tematiche e progettuali destinate ad avviare programmi di pianificazione urbanistica, di recupero monumentale, ambientale e di collegata e corretta fruizione;
  • lo studio sistematico dei reperti archeologici emersi dagli scavi novecenteschi, sia quelli conservati nel Museo Archeologico Regionale «P. Griffo» di Agrigento sia quelli custoditi nei depositi del sito archeologico di Eraclea Minoa, con particolare attenzione a quelli parzialmente editi o ancora inediti, nonché dei relativi contesti di appartenenza;
  • le indagini geo-fisiche di tipo non invasivo al fine di ampliare lo stato delle conoscenze della città antica e integrare i risultati degli scavi;
  • il rilievo e mappatura del degrado delle strutture archeologiche in luce;
  • l’elaborazione di un GIS e della carta archeologica del sito.

Referente per il DSU: Federico Rausa

Membri del gruppo di ricerca: Rodolfo Brancato (DSU), Bianca Ferrara (DSU), Emanuela Spagnoli (DSU), Lucio V. D’Auria (ex SSBA), Giorgia G. Moscato (ricercatrice indipendente).


Ligorio Digitale

Il progetto è finalizzato alla digitalizzazione dei testi del corpus dei manoscritti (conservati a Napoli, BN; Torino, AS; Parigi, BN; Oxford, Bodleian Library), contenenti l’opera antiquaria di Pirro Ligorio (Napoli 1513 c. / Ferrara 1583). Dal 2022 sono attive le convenzioni tra il DSU e la Bibliotheca Hertziana (Max Planck Institut für Kunstgeschichte) e il DSU e l’Archivio di Stato di Torino per la trascrizione digitale dei 18 volumi manoscritti dell’Enciclopedia del mondo antico, redatta da Ligorio tra il 1568 e il 1583 (Torino, AS, cod. a.III.3-15.J.1-13 u. a.II.1-5J.14-18) attraverso la piattaforma Transkribus (gestita dalla Bibliotheca Hertziana), basata sul riconoscimento neurale del testo tramite l’IA. La trascrizione digitale si inquadra nel più ampio obiettivo di un’edizione integralmente digitale, con commento, dell’opera antiquaria di Pirro Ligorio.

Referenti per il DSU: Emanuela Spagnoli / Federico Rausa

Membri del gruppo di ricerca: Elisa Bastianello (BiblHertz – Roma); Antonia Di Tuccio (DSU), Marina Guarente (dottorato di ricerca in Storia, Archeologia e Storia dell’arte – DSU), Sonia Maffei (UniPi), Anna Schreurs Morét (Albert-Ludwigs-Universität, Freiburg – DE), Ginette Vagenheim (Université de Rouen – F).

La Bibliotheca Hertziana ospita, a proprie spese, la pubblicazione in versione digitale dei risultati della ricerca del progetto.